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vizio di famiglia

| danilo giaffreda

Il vino ce l’hanno nel sangue, i fratelli Matera. Sabino vive in Australia, a Sydney, e lì esporta l’eccellenza enoica pugliese, seducendo enoteche e ristoranti gourmet. Luciano, invece, ha preferito raccontarlo rimanendo a casa, ad Andria, al piano terra di Palazzo Ceci, architettura severa e imponente a guardia della centralissima Piazza Catuma.

Dopo una entusiasmante visita con degustazione alla storica Confetteria Mucci – l’eccellenza in tema di confetti senza se e senza ma – è in questo angolo di autentica Puglia che un caro amico chef andriese doc mi consiglia vivamente di immergermi prima di andare insieme a cena a scoprire una sua collega israeliana, Michal Levy,  che sta facendo parlare di sé mischiando suggestioni mediorientali e salda cucina del territorio.

Il Turacciolo, questo wine-bar da sette anni in trincea in un Sud che lentamente si sta risvegliando, incominciando a bere e amare vini veri e seri e a capire gli sforzi che tanti giovani chef stanno facendo per portare la cucina pugliese oltre il gap di orecchiette e cime di rapa, è un luogo di resistenza e di promozione del meglio che questa terra sa offrire oltre stereotipi e luoghi comuni che hanno fatto la fortuna di pochi ma rallentato il progresso di molti.

Mentre è in cottura una focaccia di grano arso che solo a immaginarla scatena l’appetito, non meno allettanti sono le piccole delizie che Luciano ha già apparecchiato sul bancone prima di stappare una bottiglia di ottime bollicine extra-territoriali. Veli di fondente capocollo martinese e sapida mortadella di cinghiale, bruschette con crema di burrata e un filo d’olio rigorosamente local e caciocavalli di diverse stagionature ci strappano dalle preoccupazioni di un mondo, fuori, sempre più incomprensibile e ci catapultano in una dimensione fatta di competenza, passione, entusiasmo, accortezza di modi e parole, vini narrati e condivisi, sapori netti e schietti, prodotti unici e straordinari ambasciatori di bontà e qualità in Italia e nel mondo.

Le tensioni si allentano, i calici si riempiono più volte e, anche se dovremmo tenerci a freno per la cena che ci aspetta, non rinunciamo a bis e tris di ingannevoli stuzzichini mentre Luciano ci racconta delle difficoltà iniziali, del suo insistere nonostante diffidenza e scetticismo, della sua scelta coraggiosa dell’eccellenza a prescindere dai costi, dell’idea poi realizzata di una piccola cucina con possibilità di fermarsi a mangiare comodamente seduti a tavola, della pazzia di aggiungerci, infine, anche la buona musica con esibizioni dal vivo nonostante gli spazi decisamente limitati.

Si è fatto tardi, nel frattempo, e un po’ di chilometri ci separano dalla chef israeliana invaghita di questa terra, dei suoi prodotti e della sua cucina. Indugiamo sulla lavagnetta con interessanti proposte al calice, sbirciamo la carta con i piatti della serata, resistiamo alla teglia di focaccia troppo tardivamente sfornata e alla fine, raccogliendo una manciata di mandorle caramellate in bella mostra sul banco, ce ne andiamo per davvero. La cena che ci aspetta, in fondo, non sarà molto diversa da quella di Luciano e del suo Turacciolo. La Puglia buona e nuova, fortunatamente, parla una sola lingua.

Il Turacciolo
Piazza Catuma, 4
Andria (BAT)
388.1998889

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