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ciak, si mangia!

| danilo giaffreda

Niente più odore nauseabondo di pop-corn, e neanche l’insopportabile sgranocchiare di patatine e salatini. Basta con il trangugiare frettolosamente robaccia prima di entrare in sala e anche col doversi accontentare, a fine proiezione, di qualsiasi locale aperto nel raggio di pochi metri pur di mettere finalmente qualcosa sullo stomaco, magari dopo aver ammirato e vagheggiato prelibatezze d’ogni sorta e provenienza per tutta la durata della pellicola.

Se il cinema Anteo a Milano, da anni, anticipando tempi e mode, raccoglie consenso e successo con la doppia formula di osteria e bistrot al suo interno, ad oggi solo qualche cineclub d’essai e poche altre sale convenzionali hanno raccolto la sfida offrendo un servizio di piccola cucina prima, durante e dopo ogni proiezione. Di certo non le multisale, che con i bidoni di mais scoppiato e ogni altro genere di junk food hanno fatto la loro fortuna, ma neanche le stragrande maggioranza delle piccole sale miracolosamente scampate alla chiusura che, prese e assorbite da problemi di sopravvivenza, non hanno saputo cogliere le metamorfosi del popolo dei cinefili.

A Taranto, dove le novità e le sperimentazioni non sono certo all’ordine del giorno quanto piuttosto oggetto di speranza, a provarci ci ha pensato Valentina De Palma – architetto fulminato sulla via del food – con il suo staff di Gustodivino, un’associazione che da qualche anno concepisce, promuove e realizza corsi ed eventi enogastronomici. Da un paio di mesi, e purtroppo in via di conclusione, sono stati sperimentati con successo i lunedì del Cinegusto, un tentativo decisamente riuscito di associare una proposta enogastronomica di qualità a pellicole selezionate per un mood o una trama a sfondo culinario.

Ecco allora che tra creatività e ricerca, tra fusion e tradizione, Soul Kitchen di Faith Akin viene abbinato alla crema di carote e zenzero, brasato alle spezie con melagrana e datteri e cheese-cake ai cachi, Tortilla Soup di Maria Ripolla agli spiedini di tortilla di patate, zuppa di fagioli neri e bianchi e capirotada, Per incanto o per delizia di Fina Torres alle tipiche acaraje, zuppa di gamberi di Bahia e dolce di mais e mandorle, mentre al pugliesissimo Mine Vaganti di FerzanOzpetek aleggiavano profumi di caponata di verdure, ciceri e tria e classici pasticciotti leccesi.

L’offerta delle pietanze, in comodo formato finger, ma con la possibilità di bissare sino ad esaurimento scorte, anticipa saggiamente la proiezione in un clima rilassante e conciliatorio di chiacchiere e masticazioni che predispone al meglio e favorisce anche i rapporti sociali tra sconosciuti accomunati dall’amore per il cinema.

L’ultimo, atteso appuntamento è con la cucina turco-ellenica di Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis, ma il menù è ancora rigorosamente top-secret. Come anche la possibilità di replicare l’esperienza il prossimo anno, appesa a delicate valutazioni di carattere logistico ed economico. Incrociamo le dita.

www.cinemabellarmino.com

www.ilgustodivino.com

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