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aimo e nadia bistRo: non solo glamour

| danilo giaffreda

Tornare – per poi scriverne – a cucine a me particolarmente care è sempre oggetto di ansia. Il timore di delusioni, nonostante la fiducia più volte riposta e mai tradita, si riaffaccia ogni volta puntuale carico di quesiti. Si riveleranno all’altezza delle volte precedenti? Sapranno nuovamente e sinceramente stupirmi? Riusciranno a suggestionarmi e incantarmi come fosse sempre e soltanto la prima volta? E’ ciò che mi accade sulla soglia del neonato bistrot targato Aimo e Nadia in partnership con Rossana Orlandi all’interno dell’altero e austero quartiere Magenta a Milano, che qui pare abbia trovato – grazie alla felice contaminazione tra l’eclettismo visionario della nota gallerista e talent-scout di designer di talento e le eleganti suggestioni esotiche di Etro – un solido indirizzo di riferimento per colazioni di lavoro, consessi tra professionisti e pacati rendez-vous di famiglia fatto di understatement meneghino, misurate influenze d’oltralpe e un’accoglienza d’antan.

In mezzo a preziose carte da parati e tessuti ispirati ai motivi paisley, arredi e luci firmate da poeti del design come Jaime Hayon, Nika Zupac, Jacopo Foggini e Mayice e le esili trame delle sculture zoomorfe di Benedetta Mori Ubaldini, sfilano su candide tovagliette di lino proposte che razzolano con intelligenza e misurata creatività tra classici moroniani, culture gastronomiche regionali e divagazioni contemporanee, nel solco di quella neo cucina italiana tracciato con successo da anni nella casa madre di Via Montecuccoli il cui imperativo assoluto era e rimane quello di non derogare mai alla freschezza e alla qualità degli ingredienti.

Dal crostino di benvenuto con crema di pomodori secchi alla seppia su crema di ortaggi di stagione, dalle alici fresche con fagiolini, patate e prezzemolo al risotto con zucchine, fiori di zucca, zafferano e burrata, dai gamberi viola su crema di fagioli lucani ed erbette al carpaccio di ananas all’anice stellato è tutto un susseguirsi di lampi di freschezza e centratura di gusti, intense e disarmanti – nella loro semplicità – odi alla varietà e generosità dei prodotti delle nostre terre e dei nostri mari, di virtuose cesellature di colori sapori e consistenze, di profondo rispetto e valorizzazione del lavoro dei migliori artigiani nostrani del gusto selezionati nel tempo e con attenzione lungo tutta la penisola.

Nel passaggio dalla grande lezione di Aimo e Nadia Moroni e le evoluzioni dei loro protègè Fabio Pisani e Alessandro Negrini alle mani dei giovanissimi Nico Rizzi e Pantaleo D’Addato responsabili di cucina di questa nuova piccola avventura, nulla si è sfilacciato, opacizzato o confuso, confortandomi e confermandomi, ancora una volta, che una cucina autenticamente italiana che, senza distrarsi e dissonare, sa farsi racconto sincero di territori e tradizioni parlando una lingua universale non può sollevare quesiti e riservare sorprese. E’ una grande cucina e basta, anche nelle vesti apparentemente frivole di un piccolo bistrot di quartiere.

AIMO E NADIA BISTRO
Via Matteo Bandello, 14
Milano
02 48026205

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