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là bas a taranto: più siamo, meglio stiamo

| danilo giaffreda

I francesi lo definirebbero un “pieds dans l’eau”. Letteralmente “piedi nell’acqua”. Uno di quei posti, insomma, che a Taranto vengono definiti prosaicamente “a riva di mare” ma che lui, sempre  mutuando dal francese, ha preferito chiamare – in maniera decisamente più originale – Là Bas, laggiù, alludendo forse alla sua posizione defilata e inferiore rispetto alla linea di costa che sullo Jonio pugliese spesso digrada con decisione verso il livello del mare.

Lui è Domenico “Barry” Farella, l’ex- ragazzo terribile dei vini naturali, l’avanguardista che sui social portava avanti campagne accorate e appassionate contro l’enologia di gomma, quella che in cantina fa largo uso della chimica per correggere, raffinare, addomesticare caratteri in nome di un gusto mainstream che metta d’accordo profitti e consumatori abituati alla morbidezza, alla dolcezza, alla riconoscibilità, in una parola all’appiattimento di un prodotto che della biodiversità e del terroir dovrebbe fare invece la sua bandiera.

Oggi Domenico alle polemiche di ieri preferisce la comunicazione –  quella autentica e non fake dei social o delle cartelle stampa degli eventi patinati con tanto di vignaioli celebrity – degli osti di una volta, che per educare, far capire e amare il vino facevano assaggiare, narravano origini e struttura, affascinavano i clienti raccontando di luoghi, vigne e soprattutto uomini. E sì perché quella dei vini naturali è più una storia di coraggiosi vignerons – i francesi in primis, manco a dirlo – che contro la massificazione del mondo del vino, contro le mistificazioni in cantina e contro la sciagurata alterazione dei terroir di provenienza dei vitigni hanno incominciato o sono tornati alle buone pratiche agricole nei vigneti evitando poi di correre ai ripari in cantina con l’enologo di grido.

Per comunicare, informare, educare alla varietà dei vitigni e alla comprensione della loro sincera identità Domenico ha scelto la formula del bar à vin, dove la degustazione dei vini, tanti, diversi, tutti al calice, non avviene con la prosopopea di molti sommelier che intimoriscono anziché rilassare o veicolano trend anziché crearli, ma in maniera informale, colloquiale, amichevole, con una piccola ma ragionata offerta di snack (no, per una volta non si chiamano tapas o pintxos) gustosi e ben concepiti, tutti giocati sulla freschezza assoluta di una materia ittica di indiscussa qualità assicurata dai fornitori del ristorante del Lamarèe, lo stesso complesso balneare dove Là Bas ha messo casa per l’estate.

L’offerta spazia da prestigiose referenze francesi – si va da champagne strutturati e importanti ai chardonnay e pinot noir dei più arditi terroiristes di Borgogna – a piccole coraggiose imprese locali come la Tenuta Macchiarola di Nico Mangione ex-affermato farmacista fulminato sulla via delle vigne, e anziché elencata sulla solita lavagnetta te la ritrovi in forma di parata di bottiglie complete di prezzi in bella vista sotto un candido tendone con vista mare e tramonti mozzafiato che accoglie senza distinzioni di sorta e trattamenti di favore aficionados, appassionati, neofiti, semplici curiosi, produttori di vino in vacanza nel vicino Salento, ristoratori e sommelier.

Quelli più sgamati sanno già cosa scegliere, mentre i neofiti e i curiosi – i più ambiti da Domenico per la loro predisposizione ad assaggiare e lasciarsi guidare – arrivano scettici e pieni di pregiudizi ma vanno via fanatici sostenitori di un modo diverso di vivere il vino e la vita.

What else? Direbbe il noto attore e regista davanti a questa piccola sfida vinta in un territorio difficile segnato dall’inquinamento, da una rassegnazione fatalista che paralizza ogni visione di futuro e da una politica collusa incapace di ipotizzare scenari di riconversione. Qualcos’altro ci sarebbe, invece. Ed è l’assenza, a questi tavoli, del mai troppo compianto Gianni Marsella, patron e indimenticato uomo di sala della mitica Cuccagna di Crispiano, borgo di collina a una manciata di chilometri dal capoluogo jonico. Un pioniere, un precursore, un coraggioso rabdomante del vino vero e sincero, grande sostenitore di Domenico in contrasto e in barba alle mere logiche di mercato e al monopolio delle carte dei vini pret-a-porter. Me lo immagino, soddisfatto e sorridente, che pensa: più siamo, meglio stiamo.  Santè!

Là Bas
c/o Lamarée Lido
Via Girasoli, snc
Lama (TA)
+39 331 2614345
info@lamaree.it
www.lamaree.it

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