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accade un sabato

| danilo giaffreda

Accade un sabato che, mentre il resto dell’Italia trema di freddo sotto una pioggia gelida o la neve, un sole straordinariamente caldo anticipi e regali alla mia città il ritorno della primavera.

Accade un sabato che, invece di parlare di lavoro in un ufficio ombroso e chiuso, ti sia consentito di farlo all’aperto, comodamente seduto a un tavolo e baciato dal riverbero d’argento di quel sole caldo sul mare.

Accade un sabato che, anziché accontentarti di un aperitivo frettoloso e insulso, tu decida di trattarti e farti trattare bene e di condividerlo con un amico, questo lusso.

Accade un sabato che questo lusso non sia necessariamente un lusso ma che tale tu lo voglia far apparire.

Accade un sabato che una bottiglia di Greco di Tufo di Ciro Picariello, giallo e dorato, profumato e intenso, somigli tanto al sole che ti sta riscaldando e non capisci bene se è il vino o il sole a farlo meglio.

Accade un sabato che, convinto dal tuo ospite, tu decida di non lasciarlo solo, quel calice di oro, e di onorarlo di degna compagnia.

Accade un sabato che una delle più scontate e abusate proposte gastronomiche planetarie, una tartare di tonno, diventi, allora, nelle mani di un abile e umile cuoco che ha girato il mondo e l’Italia e sa cucinare senza tirarsela tanto, una piacevole sorpresa fatta di colori, profumi e sapori.

Accade un sabato che, nonostante le migliori intenzioni, quella tartare sapida dolce e persistente non ti basti e che tu voglia prolungarla, quella primavera anticipata e inaspettata.

Accade un sabato che il dessert che l’abile e umile cuoco ti propone sia la migliore e degna conclusione di questo disatteso impegno di lavoro e che il semifreddo al lime con purea di mango che ti porta in tavola vada oltre questa tiepida primavera e inauguri l’estate che qui è lunga, africana e colpevole della nostra accidia.

Accade un sabato che il Greco di Tufo di Ciro Picariello finisca anzitempo e che oltre il dessert non sia dato andare perché il cuoco sarà pure abile e umile ma c’ha pure famiglia e il suo turno è finito da un pezzo  e che, allora, il mio ospite smetta di fare l’ospite e, dopo essersi allontanato, riappaia in controluce schierando in perfetto ordine sul tavolo una bottiglia di Hendrick’s, una bottiglietta di Fever Tree e due calici pieni di ghiaccio e che trasformi tutto questo, magicamente, in un matrimonio d’amore, come l’ha propriamente definito sulla rete un noto critico gastronomico solitamente schivo e taciturno.

Accade un sabato che un sole gagliardo e un Gin Tonic “come si deve” trasformino un giorno di ordinaria pigrizia in una giornata particolare di cui serberai religiosamente il ricordo quando, tra pochi giorni, tornato il gelido inverno, rimpiangerai di esserti illuso che fosse già finito.

Ristorante Pepe Nero
Via Nitti 163/A
Taranto
099 4530023

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